Il fantasma del marxismo e il ritorno del rimosso. L’apporto critico di Massimo Quaini
Abstract
«Come scriveva Jacques Derrida in Spectre de Marx all’indomani della caduta del Muro di Berlino, non sarà affatto facile liberarsi di Lui. Soprattutto per i ‘vincitori’, i suoi giubilanti nemici che, per dirla con Freud, “vivono la fase
oscena e trionfante del lutto” e “fanno decomporre il cadavere in un luogo sicuro perché esso non ritorni più”. […] Seppellito dai “vincitori” rimosso dall’inconscio collettivo, il suo spettro riaffiora a lampi e intermittenze. Come un
chiassoso “poltergeist” si rivolge alla nostra cattiva coscienza.» (ZACCARIA, 2018)
Sono sinceramente grata alle organizzatrici e agli organizzatori del Seminario dedicato a Massimo Quaini e il Centro Italiano per gli Studi Storico-Geografici per avermi coinvolta, permettendomi di ricordare l’impegno scientifico e civile di Quaini: un «maestro rivoluzionario», prendendo a prestito la definizione che Francesca Governa ha fatto dei maestri che hanno tracciato la strada per la nostra generazione, nell’ambito di quello straordinario Ciclo di seminari Le Geografie che hanno fatto Storia realizzato negli scorsi anni proprio dal CISGE. [...]

