Dall’abbandono al recupero: le prospettive di rifunzionalizzazione di alcune aree interne della Campania colpite dal terremoto del 1980
Abstract
Il 23 novembre 1980 è una data rimasta impressa nella memoria di tutti gli Italiani, perché coincide con uno degli eventi più drammatici vissuti dal nostro paese dal dopoguerra ad oggi. Un terremoto dagli effetti devastanti ha colpito diverse aree dell’Appennino meridionale, soprattutto dell’Irpinia, non soltanto distruggendole fisicamente ma rivelandone anche la “vera” struttura economica e sociale caratterizzata da una situazione di marginalità e di arretratezza radicata nei secoli. Un’area che andava ricostruita andando oltre un’operazione basata sulla semplice considerazione del danno materiale, ma realizzando interventi mirati in grado di sanare, anche se in tempi certamente non brevi, mali antichi e meno antichi. Oggi, a quasi quarant’anni da quell’evento, ci chiediamo che cosa in queste aree è cambiato, se è cambiato qualcosa in che termini ciò è avvenuto, se sono stati realizzati o sono ancora allo stato progettuale interventi di rifunzionalizzazionein grado di sfruttare al meglio le risorse di contesti dotati di un capitale territoriale rilevante ma fino ad oggi poco o per nulla utilizzato.

